Perché INSIGHT? Intervista alla fondatrice Daniela Domestici
Un’intervista a Daniela Domestici, fondatrice del festival
INSIGHT nasce da un’idea di Daniela Domestici, Presidente dell’associazione promotrice Gattabuia, con l’obiettivo di avvicinare un ampio pubblico a un modo di fare e fruire della fotografia consapevole e inclusivo. Abbiamo scelto di intervistare la sua fondatrice per comprendere la sua visione sul festival.
INSIGHT Foto Festival è alla sua prima edizione. Quali ragioni ti hanno portato a guidarne la nascita? Com’è nato tutto?
L’idea di INSIGHT è nata prima della pandemia, dal desiderio, o forse dalla necessità, di condividere una tappa del mio percorso fotografico, quel momento in cui ho incontrato persone con le quali ho scoperto che solo puntando l’obiettivo verso noi stessi possiamo raccontare il mondo.
Ai bambini insegniamo a leggere, comprendere e scrivere in modo corretto, ma non insegniamo loro come leggere, comprendere e produrre fotografie in modo consapevole. In un mondo saturo di immagini, diventa sempre più necessaria un’educazione all’immagine, che insegni un’osservazione (e una produzione) consapevole e critica.
Quali obiettivi ti sei data per questa prima edizione?
Il macro-obiettivo di questa prima edizione, nata e cresciuta in un momento storico unico e complesso, è quello di valorizzare ciò che di positivo è emerso durante quest’ultimo anno: la possibilità di fermarsi a pensare, prendersi il tempo per osservarci e osservare, sentire il bisogno di comunicare e assecondarlo, ritrovandosi in un contatto che è confronto e opportunità di crescita.
INSIGHT vuole mostrare la fotografia come strumento per cercarsi e raccontarsi, per partire da noi e andare verso l’altro in uno scambio reciproco di narrazione.
Se attraverso INSIGHT anche una sola persona avrà scoperto un modo nuovo di raccontare il mondo, significa che l’obiettivo sarà stato raggiunto.
Vi sono molti festival di fotografia in Italia, in che cosa si differenzia il vostro?
INSIGHT è nato con l’intento di mettere in contatto due ambiti apparentemente distanti: l’io e il mondo. La fotografia è una delle arti possibili con cui creare una connessione di questo genere.
Un laboratorio fotografico con adolescenti, una mostra collettiva dei cittadini ed esposizioni di artisti che già hanno eletto la fotografia come mezzo privilegiato di espressione: INSIGHT vuole unire fotografia autoriale contemporanea, educazione all’immagine e partecipazione; è un punto in cui convergono percorsi diversi a dimostrare che la fotografia è uno strumento narrativo accessibile a tutti.
Certamente, così come per essere scrittori non basta una penna, anche per essere fotografi non basta avere una macchina fotografica, è necessario avere un’idea e trasformarla in progetto.
Gli artisti che esporranno a INSIGHT ci mostrano che è possibile raccontare storie universali a partire da storie personali attraverso un linguaggio artistico contemporaneo e di ricerca.
Come mai “INSIGHT”? Quali sono state le riflessioni e gli spunti che ti hanno portato a definire come tematica principale quella dell’identità?
INSIGHT significa conoscenza, comprensione profonda e anche intuizione.
Etimologicamente ha a che fare con la vista, senso primario per chi si occupa di fotografia.
Lo sguardo però non viene rivolto verso l’esterno, come tradizionalmente avviene attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, bensì verso l’interno: IN-SIGHT.
La fotografia diventa così un mezzo per guardare noi stessi, per compiere un’osservazione profonda che culmina in un’intuizione, la scoperta di una parte di noi che altrimenti non avremmo conosciuto.
Quegli aspetti di noi stessi che ci contraddistinguono e ci differenziano da tutti gli altri costituiscono la nostra identità. Così, è proprio da qui che abbiamo deciso di iniziare.