Chippendale Studio e gli oltre 130 libri d’artista dell’archivio Dummy Photobook. Un’esperienza immersiva che permetterà al pubblico di entrare virtualmente nel loro archivio
Chippendale Studio è un progetto didattico sull’arte contemporanea, fondato nel 2013 dal critico d’arte Luca Panaro insieme a un gruppo di autori seduti intorno al tavolo Chippendale.
Alla base del progetto vi è l’idea d’incontro e condivisione del sapere.
Durante Insight Foto Festival Chippendale Studio curerà una mostra dell’archivio Dummy Photobook, un archivio di oltre 130 libri d’artista a tiratura limitata realizzati durante i loro workshop.
Abbiamo intervistato il curatore e critico Luca Panaro per farci raccontare il loro progetto e darci qualche piccola anteprima sull’allestimento realizzato ad hoc per il festival.
Chippendale Studio è un progetto didattico di arte contemporanea. La condivisione del sapere, attraverso l’incontro, è l’elemento fondamentale per il vostro progetto. Quali sono le attività e l’offerta formativa che vi caratterizzano?
I nostri percorsi formativi sono pensati per il numero di persone che normalmente siede intorno a un tavolo, cinque “studenti” più il docente. Il progetto è nato così, nel 2013, insieme a un gruppo di autori seduti intorno al tavolo Chippendale che si vede nel nostro logo. Chippendale come il cognome dell’ebanista e designer inglese che l’ha progettato.
L’idea è di favorire riflessioni sull’immagine contemporanea, la fotografia in primo luogo, con una ricaduta immediata nella forma del libro che ogni autore che seguiamo arriva a produrre. La nostra offerta formativa nel corso degli anni si è arricchita di percorsi e docenti, oggi ci occupiamo di tutte le esigenze che un autore può avere nell’intraprendere la propria ricerca, dall’editing all’allestimento, dalla promozione nel sistema dell’arte alla comunicazione digitale.
Come la fotografia e l’arte contemporanea, secondo voi, entrano in relazione con il concetto di identità?
Facendo quotidianamente ricerca sul campo ci accorgiamo come gli autori che seguiamo attingano molto spesso a elementi identitari nelle rispettive ricerche visive. Incontriamo artisti che rivolgono la propria attenzione su fatti che li riguardano direttamente come individui, dove l’elaborazione per immagini diventa l’occasione per affrontare un problema irrisolto.
In altri casi invece l’attenzione sull’identità è di tipo territoriale, negli ultimi decenni notiamo come sia cresciuto l’interesse per i piccoli centri e l’iconografia che li caratterizza, dove uno sguardo periferico può diventare il punto di partenza per una visione globale.
Dummy Photobook Archive è un archivio di libri d’artista a tiratura limitata realizzati durante i workshop curati dal critico d’arte Luca Panaro. Come nasce e come si costruisce il libro d’artista? A chi vi rivolgete?
Questo archivio è stato il punto di partenza un po’ di tutto il progetto Chippendale Studio, che nasce dalla necessità degli autori di comunicare la propria opera in forma di libro.
Parliamo di un fenomeno internazionale esploso dopo il Duemila, che abbiamo saputo intercettare e soddisfare con un percorso di affiancamento (di gruppo o individuale) rivolto a tutti gli artisti che sentono questa necessità. Realizzare un libro è un percorso ad ostacoli e noi ci proponiamo in un certo senso come “facilitatori”.
Si parte dal capire a chi sarà destinato il libro, cosa che normalmente si tende a trascurare in questa prima fase, anche se è probabilmente ciò che condiziona tutte le scelte successive. Poi si lavora all’editing, facendo quei tagli dolorosi ma necessari alla buona riuscita della pubblicazione. Si pensa al design, sempre facendo massima attenzione ai costi.
È importante che il libro costi poco non tanto e solo per chi lo produce, ma soprattutto per chi lo compra. Prova dopo prova, sempre mettendo in discussione il proprio elaborato, si arriva alla messa in stampa delle copie definitive. Anche qui interveniamo mettendo a disposizione professionisti della stampa e della rilegatura. Ogni libro realizzato a Chippendale Studio entra di diritto nel nostro archivio (oggi sono più di 130 le pubblicazioni realizzate) e ci impegniamo a valorizzarlo anche negli anni successivi, con mostre tematiche oppure con l’esposizione di tutto l’archivio. Come stiamo a Varese.
Durante Insight Foto Festival curerete una mostra dell’archivio Dummy Photobook. Come avete immaginato l’esposizione?
Quando riceviamo l’invito a mostrare il nostro archivio ci divertiamo a pensare allestimenti sempre nuovi, realizzati ad hoc e in dialogo con il luogo espositivo. A Varese avremo a disposizione uno spazio molto particolare, che ci consentirà di realizzare una proiezione immersiva.
Il pubblico avrà la possibilità di entrare virtualmente nel nostro archivio, mediante una serie di video che mostreranno mani che sfogliano, aprono, potremmo dire “esplodono” i tanti libri finora realizzati. Anche se il punto di forza del libro d’artista è la sua fruizione tattile-sensoriale, ci piaceva l’idea di mostrarli in questa modalità effimera, quasi ad alimentare il desiderio di possesso, anche come riflessione sull’immaterialità a cui siamo stati abituati in questo anno di pandemia, oltre all’impossibilità di far toccare a tante persone i nostri libri, molti dei quali sono ormai copie rare se non addirittura uniche.