ROOTS ARE ROUTES
a cura di Chiara Arturo e Cristina Cusani
Il Progetto
L’etimologia di “rotta”, dal latino (via) rupta, sta a indicare una strada o un sentiero aperto, cioè creato “rompendo” il folto bosco, la foresta, e richiama immediatamente al dirigersi, al percorso, a quell’idea di aprire strade dove non ce n’erano.
Proprio in questo senso - da quel bacino che è Progetto Vicinanze - selezioniamo 23 interventi che in qualche modo aprono 23 nuove direzioni, nuovi modi di leggere il confine e di superare barriere.
Il titolo - della mostra e del manifesto, “Roots are Routes” - riprende un antico detto giamaicano che libera il concetto di radice dalla sua interpretazione di origine come solida metafora identitaria fissa e che si limita a legare un individuo alla propria terra. In natura le radici vanno in profondità, crescono e si muovono costantemente, spaccano il terreno, si estendono e si espandono all'infinito. Le radici sono rotte che indicano il cammino che fa un individuo che parte dalle proprie origini per crescere e andare lontano.
All base di Progetto Vicinanze c’è la volontà di concepire il confine come soglia che consente l’attraversamento; l'apertura verso l'esterno è un elemento irrinunciabile per l’evolversi di una cultura e questo non vuol dire negare l'identità, ma creare una relazione attraverso la distinzione: distinguer pour unir.
In questo senso, durante la prima residenza condivisa di Progetto Vicinanze nel 2019 al Museo MACRO Asilo di Roma, abbiamo ragionato con l’antropologo Iain Chambers sull’identità come luogo di traduzione e - allontanandoci dalla logica oculare occidentale unilaterale - abbiamo riconosciuto l’appartenenza come un processo di apertura che si spoglia del carattere inquietante dell’identità, e diventa rinegoziabile e più fluida.
Il nostro tentativo è quello di invertire la lettura del Mediterraneo, come una cartografia in cui le rotte sono più importanti dei confini.
Ecco quindi che mantenendo salde le nostre origini e ancorati i nostri punti di partenza ci prepariamo ad accogliere nuovi punti di vista e nuove visioni che appartengono a un luogo in cui le radici sono rotte.