Jacob Balzani Lööv è fotografo italo-svedese ossessionato da storie di persone intimamente legate a un luogo particolare, sia esso un territorio conteso o una giungla tropicale. Il suo approccio è a piedi: crede che per connettersi a un luogo bisogna misurarlo coi passi.
Jacob abita tra Milano e il Monte Rosa, sul Lago Maggiore. Recentemente ha riscoperto i luoghi di suo padre sugli altopiani svedesi ed ha imparato a sentirsi un po’ a casa anche lì. Questi sono i suoi punti di partenza per esplorare il suo personale legame con il paesaggio.
Jacob ha un master in fotogiornalismo e fotografia documentaria presso il London College of Communication. Curioso delle connessioni tra uomo e ambiente, Jacob ha un dottorato di ricerca in Scienze dell’atmosfera presso l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia e un Master in Analisi dei Sistemi Ambientali presso l’Università di Milano. È membro della Federazione Internazionale dei Giornalisti e i suoi lavori appaiono regolarmente sui principali giornali e riviste.
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Il 27 giugno 1980, nello stesso istante in cui gli 81 passeggeri del volo Itavia
hanno cessato di esistere, al significato della parola Ustica, toponimo evocatore di un luogo, di un’isola se ne è improvvisamente affiancato un altro: quello di strage.
Quarant’anni di processi e depistaggi hanno fatto sì che quando pensiamo ad Ustica la prima immagine che viene in mente sono i resti di lamiera bianca e rossa del DC9.
Può una bruttura arrivare ad inquinare anche il significato e l’immagine evocatrice di una parola? Accostando immagini dell’isola ai paesaggi legati alla strage si vuole offrire uno spunto di riflessione sul legame tra questi due significati così diversi, si vogliono onorare
le vittime e nel contempo riabilitare l’isola.